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Al Palazzo della Ragione di Milano la mostra “Henri Cartier-Bresson e gli altri”

By 20 Novembre 2015No Comments
Al Palazzo della Ragione di Milano la mostra "Henri Cartier-Bresson e gli altri" 1

La mostra a Palazzo della Ragione di Milano apre scenari inediti sul nostro Paese: gli scatti dei maestri della fotografia da non perdere.

Italia Inside Out, il progetto fotografico ideato in occasione dell’Expo 2015, continua a Palazzo della Ragione di Milano.  L’11 novembre ha aperto al pubblico l’esposizione sui più grandi maestri della fotografia di tutti i tempi: Henri Cartier-Bresson e gli altri- I Grandi fotografi e l’Italia e resterà aperta fino al 7 febbraio 2016. Le sette aree tematiche della mostra prenderanno il via da 20 fotografie degli anni ’30 di Henri Cartier Bresson e altri 35 autori che comporranno il quadro di un’Italia vissuta e interpretata con una sensibilità mai lontana da quella dell’obiettivo. Da List a Salgado, Newton e McCurry, il nostro Paese non ci sembrerà mai uguale a se stesso, ma cangiante come le evoluzioni della storia della fotografia e quelle sociali.

Afferma Domenico Piraina, Direttore di Palazzo della Ragione

Qui ciascun visitatore può trovare la sua idea d’Italia, l’immagine che riassume il carattere più profondo della sua visione del nostro Paese, la colonna “visiva” della sua vita; o, anche, inventarsi il volto della propria Italia.

La mostra lascia molto spazio alle interpretazioni: vi consentirà di ricostruire un filo logico molto personale; sarà facile riconoscervi ed immergervi nelle fotografie di autori stranieri, per sognare il volto di un’Italia che è stata o che ancora dovrà essere, ma comunque vostra. Qui i dettagli delle aree tematiche:

La prima sezione è introdotta dall’ autoritratto di Henri Cartier-Bresson del 1933, il fotografo dell’attimo che coglie l’umanità dei suoi soggetti da vicino. Da qui la fotografia umanista, da cui il reportage di Robert Capa al seguito delle truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943, trae ispirazione. Amico e collega presso l’agenzia Magnum Photos David Seymour famoso per le fotografie sui bambini della guerra, ma che in Italia è faccia a faccia con i significati della fede. Cuchi White, è ancora una studentessa di fotografia quando a fine anni ’40 arriva in Italia e la vive con entusiasmo, empatia e desiderio di scoperta. Ancora la classicità di Herbert List, la Roma convulsa di William Klein e la vita dei tonnari siciliani di Sebastião Salgado nella prima sezione.

Il Bianco e nero è la tematica della seconda sezione con la fotografia di Claude Nori sulle rive dell’Adriatico, le passeggiate romane di Helmut Newton , l’Italia del Sud, tra archeologia e natura di Guy Mandery.

Nella terza sezione protagoniste di scatti d’autore le città d’arte che sono anche il punto di partenza per sperimentazioni tecniche e stilistiche: Abelardo Morell sconvolge gli spazi interni ed esterni attraverso una visione stenopeica, Gregory Crewdson risolleva Cinecittà da quell’aurea di finzione fuori dalle scene, Irene Kung crea visioni oniriche di monumenti storici italiani in uno spazio da “notte dei tempi”.

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La quarta sezione è per gli amanti della realtà con lo stile documentario delle fotografie di Paul Strand dedicate alla vita contadina o di Thomas Struth, di John Davies, di Jordi Bernadó, Axel Hütte e Joan Fontcuberta. I centri urbani, le città, la natura e le montagne italiane e i musei sono stimolo per testimoniare usi e costumi di un territorio.

La quinta sezione e la sesta sezione si completano a vicenda: da una parte i fotografi della denuncia, che notano ciò che ingolfa un Italia ancora povera, trasandata, costellata di disagi: Art Kane e Michael Ackerman, dall’altra magiche visioni come quelle della Toscana di Joel Meyerowitz, Maggie Barret, Steve McCurry, Martin Parr che non fanno a meno di notare l’armonia tra paesaggi e l’indole di turisti ed abitanti.

E’ con il tema del ritratto che si conclude il percorso, una metafora della ricerca di sè in un lungo viaggio fuori da sè e in un paese lontano dai canoni abituali. Tre i fotografi che hanno dedicato all’autoritratto ampio spazio: Nobuyoshi Araki, affascinato dalle maschere veneziane, specchio di una doppia identità. Sophie Zénon alla ricerca delle sue origini attraverso luoghi e volti ad essi legati e gli autoritratti di Elina Brotherus alla ricerca di una solitudine salvifica.

 

Testo: Simona Pahontu